Contrastare il business dell’accoglienza senza controllo: questo l’intento del presidio-manifestazione organizzato nel pomeriggio di oggi (5 dicembre), in piazza San Frediano, dalla sezione lucchese di Fratelli d’Italia, capitanata dal segretario comunale del movimento Marco Santi Guerrieri. La manifestazione, chiamata Accoglienza o speculazione? Prima gli italiani, vuole puntare il dito sulla mancanza di una governance dell’accoglienza, situazione che si risolve, per Fratelli d’Italia, in un continuo affare economico per le cooperative di sinistra. “Il 9 dicembre – spiega Santi Guerrieri – scade il nuovo bando del Ministero per l’accoglienza. La situazione sta diventando insostenibile, perché proseguendo sulla falsariga del buonismo a tutti i costi non si tiene conto del danno che si sta creando al tessuto economico cittadino”. Fratelli d’Italia , come esplicitato da Santi Guerrieri ricorda che non è contraria all’integrazione a prescindere, ma ritiene che quella in essere sia un’accoglienza pilotata, rivolta indiscriminatamente a rifugiati, profughi e migranti in generale: “Giusto aprire le porte ai rifugiati – prosegue Santi Guerrieri – ma non altrettanto per chi non possiede questo status. Il territorio lucchese versa già in stato di sofferenza dal punto di vista occupazionale: come si pensa di gestire questi nuovi arrivi?”.
Guerrieri ricorda che, nei prossimi giorni, chiederà di essere ricevuto dal prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro, per segnalare tutta la preoccupazione del partito e dei suoi elettori sul tema e cercare soluzioni. “A Lucca ed in Provincia arriveranno nuovi migranti – osserva – andando ad aggravare la già complessa situazione esistente nella struttura della Croce Rossa e non soltanto. Qui siamo di fronte ad un piano globale: si vogliono usare gli immigrati come una sorta di moderno cavallo di Troia per ottenere voti utili, senza pensare che così facendo si destabilizza l’economia”. Santi Guerrieri ricorda che il 50 per cento delle domande di asilo presentate nel corso dell’ultimo anno sono state rispedite al mittente e che il 40 per cento non ha fatto nemmeno richiesta di protezione. “Restano in Italia non meno di 15 mesi dal momento dell’ingresso – prosegue – quando va bene, con il risultato che siamo letteralmente invasi da clandestini che vivono in condizioni difficili, con tutte le conseguenze che possono derivarne dal punto di vista della criminalità”. L’obiettivo finale è anche quello di puntare l’attenzione sui soldi “gettati a pioggia” sulle cooperative che gestiscono l’accoglienza: “Un business che deve avere fine”, sentenzia il segretario comunale del partito.
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