«Fratelli d’Italia è disponibile a votare qualunque sistema elettorale di buon senso ad un’unica condizione: l’abolizione delle liste bloccate. La legge Calderoli è un “porcellum” perché impedisce agli italiani di scegliersi il parlamentare. Non ci interessano soglie di sbarramento o altro, possono fare quello che vogliono, ma per fare una legge decente chiediamo ci sia un voto di preferenza, che fa contare il popolo e non fa decidere tutto alle segreterie di partito. Mi chiedo come si possa anche solo avere la faccia di ripresentarsi con un’ipotesi di liste bloccate e spacciarla come innovativa. Costruire un sistema nel quale ci sono due partiti che decidono tutto e, all’interno di questi partiti, due o tre persone persone che decidono tutto è sinistramente lontano dal mio concetto di democrazia. Primarie la soluzione? Nel caso dovrebbero essere primarie normate per legge, perché in quelle ‘fai da te’ sono sempre i partiti di decidere. Tuttavia qualcuno dovrebbe rispondere alla mia domanda: perché primarie si e preferenze no se il meccanismo è lo stesso?».
È quanto ha detto ai microfoni di Gr Parlamento nel corso della trasmissione “60 minuti” il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
«Non ci sarebbe nessuna modifica o innovazione del sistema elettorale se oggi anche chi interpreta “il nuovo”, come Matteo Renzi, riproponesse come sembra, le liste bloccate. La logica del segretario Pd e di Denis Verdini è semplice ed è la stessa di Berlusconi nel 2005 e della Regione Toscana ha inventato questo sistema elettorale: se i parlamentari li nomino io rispondono a me e dunque fanno quello che io gli dico di fare; se i parlamentari si fanno eleggere sono legati al loro elettorato e quindi non faranno necessariamente i miei interessi perché ne risponderanno al territorio», ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
20 gennaio 2014